lunedì 29 settembre 2014

CorriColonna 2014



Nel giorno in cui Dennis Kimetto scende per la prima volta sotto le 2h03’ in maratona a Berlino, anche io sono impegnato in una nuova leggendaria avventura atletica: i 10 km della CorriColonna. 

Gara presentata nel precedente post, primo obiettivo della nuova stagione agonistica.

Cronaca: sono sul luogo del delitto in perfetto orario, tutto il tempo di ritirare il pettorale, cambiarmi, fare il riscaldamento con qualche compagno di squadra ed entrare nella gabbia dei “top runner”, in cui ormai da un anno la società mi riserva un posticino.

Giornata molto calda, temperatura già sui 24° in partenza ma soprattutto sole pieno e poca ombra sul percorso. Accorgimento: indosso il cappelletto inzuppato d’acqua.

Come spiegato nei precedenti post, non guarderò più di tanto il ritmo, un occhio ai battiti lo darò, ma la cosa più importante sarebbe non partire al limite, possibilmente prendendo come riferimento alcuni atleti che conosco. Facile a dirsi…

Via. Solita calca iniziale, sto attento a non cadere e prendo subito un buon passo. Non vedo nessuno dei miei riferimenti, primo km 3’48’’. 

Finalmente arrivano da dietro tre dei volti “noti”, provo a tenerli ma capisco subito che vanno troppo forte, non li seguo. Secondo km 3’43’’! Battiti un pelo sopra il target. 

Improvvisamente mi appare davanti il riferimento che avrei voluto seguire fin dall’inizio. Se mi leggete, già lo conoscete. Si tratta der “Principe”, con cui avevo corso la Notturna di S.Giovanni, che mi aveva battuto di una decina di secondi, ma partendo più indietro di me. Sapevo che nel frattempo si era allenato bene, quindi sarei stato felicissimo di arrivargli dietro, ma a vista, una trentina di secondi, diciamo. 

Mi accodo per un km poi lo affianco e scambiamo due chiacchiere. Mi sento bene, però, e lo lascio. So che è un rischio, perché lui è molto più esperto di me e forse avrei fatto bene a stargli insieme. 

Siamo in salita, sorpasso parecchi atleti adesso e inizio a vedere davanti uno dei tre “riferimenti” che avevo lasciato andare all’inizio. E’ “u Sardu”, che fino allo scorso anno nelle 10km mi dava almeno due minuti. 

E’ sempre più vicino e inizio a pensare che lui sia partito troppo forte (si lui, non io eh?). Tratto in discesa, viaggio a 3’30’’ per più di un km! U Sardu è lì, 6-7 secondi, una trentina di metri. Adesso il distacco rimane costante. 

Salitona verso il passaggio ai 5km. Si soffre già, soprattutto per il caldo. Sento lo speaker che pronuncia le seguenti parole “i concorrenti che stanno passando ora hanno una proiezione di tempo finale intorno ai 35 minuti”. 

Cosaaaaa??? Smandruppo sull’orologio per far uscire il tempo totale, passo sotto il gonfiabile in 18’45’’! Proiezione 37’30’’. Ah ecco, lo speaker deve essere un ottimista, oppure un degustatore di prima mattina, che qui ai Castelli ha trovato molta materia prima. 

Il passaggio è comunque troppo veloce, sarebbe personale, in condizioni molto difficili. Alla fatica si aggiunge la preoccupazione. 

Continuo con u Sardu a tiro, la distanza è sempre quella, ma la fatica inizia a essere sempre maggiore. I tempi sembrano ancora buoni, ma tra salite e discese e la lucidità che se ne va non ho un’idea chiara di cosa stia facendo. 

Ultimi due km. Dovrei partire per prendere il mio riferimento, ma non ne ho, sono già al limite, anzi mi superano un paio di atleti che vanno ancora molto bene. 

Perdo qualche metro e capisco che adesso devo limitare i danni, u Sardu non lo prendo più. 

Ultimo km. L’anno scorso era stato il più veloce, perché mi ero ingaggiato con un altro concorrente e avevo dato tutto. Stavolta non ho lo stesso stimolo, per cui tiro leggermente i remi in barca. 

Vedo il gonfiabile finalemente, davanti non ho nessuno a tiro, lo speaker chiama i nomi di chi arriva, allora mi preparo per un piccolo momento di gloria. Mi aggiusto gli occhiali, il cappelletto, mi preparo ad alzare le braccia ma…proprio mentre arrivo mi passa al doppio uno che arriva da dietro e di cui non mi ero proprio accorto e il momento di gloria se lo ciuccia lui. E vabbè!

Tempo 38’03’’. Ottimo, molto meglio del previsto.

Analisi: un minuto e mezzo meglio dell’anno scorso, in condizioni forse leggermente peggiori. A solo una decina di secondi dal personale reale (questa gara è 10km certificata fidal, il personale è su una gara leggermente più “corta”).  

53° assoluto su 1245 partecipanti. L’anno scorso 74°, e quest’anno c’erano una decina di super “top runner” in più.  

Entrambi i risultati migliori dell’obiettivo che mi ero dato.

Poi confronto con i riferimenti: migliorato rispetto tutti! Da qualche decina di secondi a un paio di minuti.

E’ quindi indiscutibile che sono migliorato e anche di molto rispetto all’anno scorso. 

Rispetto alle ultime gare prima dell’estate non ho un numero sufficiente di dati per dirlo, solo “Er Principe”, che stavolta ho battuto, ma che forse non l’ha tirata. Però quantomeno sono in linea.

Avrei potuto gestire leggermente meglio la gara, troppo forte la prima metà, cosa che ha causato un positive split di 30 secondi. Ma su percorso molto ondulato e con il caldo occorre davvero una grande esperienza per correre al meglio. Ancora non ce l’ho!

Conclusione: molto soddisfatto, test superato, i prossimi difficili obiettivi mi sembrano ancora (più) raggiungibili, considerato pure che tra non molto inizierò la preparazione specifica.

Ammazza quanto ho scritto. Se Kimetto avesse un blog, che post dovrebbe fare? Un romanzo?

4 commenti:

  1. Vai Jo, lo sapevamo tutti che avresti fatto grossi miglioramenti rispetto ad un anno fa. Adesso c'è anche la conferma ufficiale

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  2. Ti rinnovo i complimenti anche qui. Anche per il coinvolgente racconto.

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  3. E chi si meraviglia più? Fantastico, sinceramente, Jonathan!

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